Si può? Si può
Signore! Signori!
Seusatemi se da sol mi presento
Io sono il prologo
Poichè in iscena ancor
Le antiche maschere mette l'autore
In parte ei vuol riprendere le vecchie usanze
E a voi di nuovo inviami
Ma non per dirvi come pria
Le lacrime che noi versiam son false!
Degli spasimi e de' nostri martir
Non allarmatevi!
No! No. L'autore ha cercato invece
Pingeryi a non squarcio di vita
Egli ha per massima sol che l'artista è um uom
E che per gli uomini scrivere ei deve
Ed al vero ispiravasi
Un nido di memorrie
In fondo a l'anima cantava un giorno
Ed ei con vere lacrime scrisse
E i singhiozzi il tempo gli battevano!
Dunque, vedrete amar
Sì come s'amano gli esseri umani
Vedrete de l'odio i tristi frutti
Del dolor gli spasimi
Urli di rabbia, udrete
E risa einiche!
E voi, piuttosto che
Le nostre povere gabbane d'istroni
Le nostr'anima considerate
Poichè siam uomini di carne e d'ossa
E che di quest'orfano mondo
Al pari di voi spiriamo l'aere!
Il concetto vi dissi
Or ascoltate com'egli è svolto
Andiam, incominciate!